Grazie ad una persona a me particolarmente cara, Arianna Soldani, sabato 22 Novembre 2014 per me è sicuramente una data da ricordare. Ho assistito ad uno dei più memorabili concerti della mia vita, un’occasione unica e speciale. Grazie anche alla solida collaborazione tra la Galleria dell’Accademia e il Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze.
Oggi molte persone che visitano la Galleria dell’Accademia di Firenze, la visitano sopratutto per il famoso David di Michelangelo e per i suoi Prigioni, ma molti purtroppo ignorano l’esistenza nello stesso museo del Dipartimento degli Strumenti Musicali,di cui consiglio vivamente una visita.
I circa cinquanta strumenti oggi esposti nelle sale del Dipartimento rappresentano il nucleo originario proveniente dalla collezioni private dei granduchi di Toscana, Medici e Lorena, raccolte tra la metà del XVII e gli inizi del XIX secolo e costituiscono una delle più importanti raccolte al mondo per qualità e rarità.
Ma uno strumento, creato per fare musica, ma che al tempo stesso è un’opera d’arte di importanza storica da tutelare, può essere ancora suonato? E’ giusto che venga suonato? Beh dopo il concerto di sabato credo fermamente che gli strumenti anche se di estrema importanza storica, debbano continuare ad essere suonati, perché è per questo che sono stati creati. Certamente con tutte le tutele e cautele necessarie, ma credetemi l’emozione che ho provato ascoltato il concerto in cui il maestro Andrea Nannoni ha suonato il violoncello creato da Antonio Stradivari per il Gran principe Ferdinando dei Medici nel 1690 è indescrivibile.
Il violoncello Stradivari, oltre a rappresentare uno degli strumenti più pregiati della collezione granducale, in quanto capolavoro di fondamentale importanza per la conoscenza dello stile del primo periodo stradivario, è da annoverarsi tra i migliori strumenti cremonesi oggi esistenti e meglio conservati. Nonostante sis stato sotto posto verso la fine dell’ottocento ad un intervento di “ammodernamento”, le proporzioni della cassa sono rimaste quelle originali, cosa che lo rende uno degli unici due violoncelli stradivari ancora esistenti, costruiti sul modello di grande dimensione in uso fino alla fine del Seicento. L’ultima memorabile esecuzione su questo strumento e proprio della Suite n.1 di Bach risale al 1911, durante un concerto tenuto dagli allievi dell’allora Regio Istituto Musicale fiorentino;di questo straordinario violoncello fu scritto:”la sua voce è robusta, uguale, vellutata in specie sulla quarta cronache è di una intensità e di una morbidezza veramente eccezionali”.
La possibilità di udirne nuovamente il suono dopo oltre 100 anni, sicuramente per me come per molti presenti, ha costituito un’occasione di incommensurabile valore storico e artistico.
Ed io ne sono stata orgogliosamente testimone. I miei più sinceri ringraziamenti ad Arianna Soldani per conto dell’Associazione “Amici del museo degli strumenti musicali, al suo presidente Ettore D’Elia, a Flora Gagliardi e Giampiero Basile, rispettivamente Direttore e Presidente del Conservatorio “Luigi Cherubini” ed a Irene Buoncristiani, mia amica e collega, che mi ha accompagnato in questa meravigliosa serata.